Gin personalizzato: 5 domande da farsi prima di creare il proprio

Gin personalizzato - The Spiritual Machine

Creare il proprio Gin personalizzato è un viaggio, e come tutti i viaggi ha alcune tappe preparatorie indispensabili per la sua buona riuscita. Abbiamo riassunto per voi alcune domande da porsi prima di intraprendere questo bellissimo (e non facile) percorso… #1 Che tipo di gin voglio creare? Non è una domanda banale da porsi all’inizio di un progetto di gin personalizzato. Si può decidere di creare un prodotto che rientri semplicemente nella categoria gin. Ovvero un distillato con un aroma preponderante di ginepro e una gradazione minima di 37,5% vol/vol.   Oppure ci si può lanciare su un dry gin, se si vuole avere un prodotto secco e tagliente. E poi ancora London dry gin, gin liqueur…ma anche un botanical spirits se non si vuole per forza avere la marcata connotazione aromatica del ginepro. #2 Quale tipo di alcool base e ginepro vorrei utilizzare? Chi si approccia alla creazione di un distillato personalizzato deve partire per forza da una base alcolica di altissima qualità. L’alcool di origine agricola può per definizione provenire dalla distillazione di moltissime materie prime vegetali diverse. Ciascuna porta un’impronta sul prodotto finale.   Un esempio? L’alcool ottenuto da cereali ha un sapore molto più delicato e neutro rispetto al distillato di vinaccia che apporta esteri aromatici più caratteristici. Se parliamo poi di un gin non si può prescindere dal ginepro, il cui aroma deve essere ricco, balsamico e marcato. Senza eccedere in note che possano ricordare un solvente. La nostra Juniper Essence è il perfetto equilibrio fra balsamico e resinoso. Risulta ideale per qualunque tipologia di gin si voglia creare.   #3 Cosa racconta il mio gin? La storia dietro un gin è parte del prodotto stesso. Racconta di un territorio locale? come può essere un gin alle erbe di montagna, oppure racconta un viaggio in un paese lontano, con spezie esotiche e avvolgenti? Questa storia come si può esprimere in un cocktail? In quali occasioni si immagina il consumo? Sono tutte domande fondamentali per la buona riuscita di un gin personalizzato, e soprattutto per quella che sarà poi la sua distribuzione sul mercato. #4 Quali botaniche voglio usare? Un buon gin ha un’ossatura robusta fatta di ginepro, a cui seguono le parti agrumate, speziate e floreali per dare equilibrio e bilanciamento. Su questa base solida si può scatenare la fantasia aggiungendo distillati di piante aromatiche che possano essere la nota caratteristica e la firma del proprio prodotto. Il tutto in coerenza con la domanda precedente, ovviamente… #5 Come si presenterà il mio gin? Il packaging è la prima cosa che noterà un consumatore, capace di catturare l’attenzione e far intuire come sarà il gin al suo interno. Non parliamo solo dell’etichetta, ma anche della bottiglia, del tappo e della capsula, spesso molto sottovalutate. Una bottiglia in vetro stile farmaceutica è ben diversa da una affusolata e longilinea. Inoltre, il packaging che si è pensato è funzionale all’uso che si immagina del proprio prodotto? Un barman può agevolmente inserire un metal pour per la preparazione dei drink?   Il diavolo sta nei dettagli si dice, e sono dettagli che fanno la differenza tra un prodotto improvvisato e uno di successo.  Una volta che avrai le idee chiare sul tuo prodotto non ti resta altro che trovare un partner in grado di trasformare la tua idea in qualcosa di concreto.   Il team di The Spiritual Machine può aiutarti in ogni step, dalla scelta degli ingredienti fino alla definizione del packaging.   Prenota ora la tua consulenza.

5 cocktail a base Gin con cui aspettare la mezzanotte

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I cocktail a base di Gin che accompagneranno il tuo Capodanno Che sia una semplice cena a casa fra amici oppure una festa in piena regola, aspettare la mezzanotte di Capodanno sorseggiando un buon drink a base gin è sempre una buona idea. Questo distillato estremamente versatile offre infinite possibilità di miscelazione, permettendo di raggiungere ottimi risultati anche senza essere un barman esperto. Ecco alcune idee per un brindisi dall’aroma di ginepro e spezie. Un grande classico: il Gin Tonic Un’icona della miscelazione, facile da riprodurre e di grande scena. Un bicchiere tumbler, o perchè no, anche un bicchiere ampio da vino pieno di ghiaccio. Unite 4 cl del vostro gin preferito e 8-10 cl di tonica di vostro gradimento.   A seconda del gin scelto potete anche azzardare decorazioni insolite e scenografiche. Usate dei rametti di rosmarino, foglioline di salvia, grani di pepe rosa. Potete proporre un twist sulla classica guarnizione dello zest di limone, virando su esotici agrumi Negroni ⅓ gin, ⅓ bitter e ⅓ Vermouth rosso: proporzioni secche e taglienti, l’esatto opposto di questo drink caldo e avvolgente. Il cocktail ideale per chi ama i gusti intensi e la nota amaricata. E’ un ottimo aperitivo e digestivo, e ben si accompagna con stuzzichini piccanti e fritti. Merita però una cena sostanziosa prima o dopo, perché la sua gradazione alcolica poderosa potrebbe sciogliere un po’ troppo gli animi nella notte di Capodanno. La classica guarnizione con la fetta d’arancia può essere sostituita con qualche spezia di richiamo al Vermouth scelto. Ad esempio anice stellato o dello zenzero candito. Vesper Martini Per chi vuole fare più scena agitando uno shaker la notte di Capodanno, il Vesper Martini è un ottimo esercizio di polso.  Questa versione del Martini Cocktail, la cui celebrità si deve nientemeno che a James Bond, è l’ideale per chi ama i drink secchi ma non vuole esagerare con la gradazione. 6 cl di gin, 1,5 cl di vodka, 0,75 cl di Vermouth dry…rigorosamente “agitati non mescolati”. Alexander Per chi ama il dolce, la cremosità. Ecco il cocktail ideale per un fine cena dolce, accompagnato da un dessert al cucchiaio. Parti uguali di gin, panna fresca e crema di cacao scura, si agitano insieme con ghiaccio. Va servito in un bicchiere ben freddo.   La parte di gin si può sostituire con del Cognac, se amate i distillati da vino. Una grattugiata di noce moscata guarnisce il vostro cocktail dolce e cremoso. Gin Gin Mule Il Gin Gin Mule è il cugino dimenticato del Moscow Mule. Con il gin al posto della vodka, che dà un tocco più balsamico a questo drink a base di ginger beer e succo di lime. Menta, 15 ml di succo di lime e sciroppo di zucchero. Vengono pestati insieme a mo’ di Mojito, a cui si aggiungono 45 ml di gin e 25 ml di ginger beer. Servito nella classiche coppe di rame e guarnito con foglioline di menta e zenzero. Per una conclusione frizzante e piccante di fine anno. Non vi resta che decidere con quale drink salutare l’anno vecchio e brindare all’anno nuovo…cin cin!

I 5+1 principali tipi di gin

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Le principali tipologie di gin La definizione di gin è stabilita dal Regolamento Europeo 787/2019, che definisce questa bevanda come:                             –   ottenuta mediante aromatizzazione con bacche                                di ginepro di alcol di origine agricola                            –   dalla gradazione minima di 37,5% vol/vol E’ permesso inoltre l’uso di sostanze aromatizzanti o preparazioni aromatiche, solo nella misura in cui queste lascino il ginepro come nota aromatica dominante. La menzione dry è riservata solo a quei gin con un contenuto di zucchero inferiore a 0,1 g/l. Queste regole poco stringenti, hanno permesso al mondo del gin di esplorare diversi metodi produttivi e ingredienti, dando vita ad alcuni tipi riconosciuti di questo distillato. Vediamo insieme quali… Gin Distilled Questi gin sono ottenuti esclusivamente mediante distillazione di alcol etilico a 96% vol/vol in presenza di bacche di ginepro e delle piante aromatiche scelte. Anche in questo caso la gradazione minima è di 37,5% vol/vol. Molti di questi gin in commercio sono aromatizzati successivamente alla distillazione con piante aromatiche o frutti posti in macerazione: in questo modo si dona colore al distillato e un’ulteriore carica aromatica, elementi che andrebbero persi in distillazione. Illustrazione di un Alambicco Fragole, lampone e ribes rosso sono gli aromatizzanti che si ritrovano nel Gordon’s Premium Pink, un distilled gin dal colore rosa brillante. London Dry Gin Il London Gin è ottenuto esclusivamente mediante distillazione di alcol etilico in presenza di tutte le piante aromatiche scelte. Presenta una regolamentazione più stringente, dove viene specificato il limite di metanolo (5 g/hl di alcole a 100% vol/vol), e viene altresì vietato l’utilizzo di coloranti ed edulcoranti. Il ciclo di distillazione deve concludersi con un distillato dalla gradazione minima di 70% vol/vol. In seguito può essere abbassata per la commercializzazione non al di sotto dei 37,5% vol/vol. E’ forse il più classico e il più apprezzato dei gin. Sono iconici il Tanqueray con il suo aroma agrumato, e il Bombay Sapphire delicato e floreale. Compound Gin I Compound Gin sono frutto del blend fra alcolati già pronti e un alcol base. E’ perciò un metodo a freddo, che trova le sue origini nei cosiddetti bathtub gin dei tempi del Proibizionismo. Questi gin di contrabbando erano fatti mettendo in infusione nell’alcol ginepro e spezie, senza passare per la distillazione, ottenendo così un gin “sporco”, non limpido. I contenitori di macerazione erano spesso di fortuna, come appunto vecchie vasche da bagno. Oggi si utilizzano vasche di acciaio in cui vengono miscelati nelle quantità desiderate i vari alcolati, frutto di distillazioni precedenti delle piante aromatiche. Una nuova tendenza dentro questa famiglia di gin è il blended gin, ottenuto dal mix di alcolati di singole piante aromatiche, distillate in discontinuo. Tra i gin compound vale la pena menzionare il Bathtub Gin di Ableforth’s, prodotto ancora nello stile del proibizionismo. Viene prodotto infatti un distillato di ginepro, di cui una parte è utilizzata per mettere in infusione le botaniche fresche. Il risultato è un Gin Compound che esalta particolarmente gli aromi delle erbe aromatiche, senza passarle in distillazione. Plymouth gin Prima della Brexit era l’unica IGT di gin, oggi rimane solo una tipologia di gin in commercio. E’ un gin tradizionale, prodotto nell’omonima città inglese a partire da 7 botaniche, utilizzando un alambicco particolare. Il Plymouth gin è prodotto dalla Black Friars Distillery, unica distilleria rimasta nella cittadina, nonché la più antica del paese. Old Tom gin Questa tipologia è forse la madre di tutte le altre, con il suo gusto dolce dato dalla liquirizia. Oggi si ottiene con una selezione di botaniche distillate a caldo e l’aggiunta di zucchero in percentuale che varia dal 2 al 5%. L’Old Tom di Hayman’s è una riproduzione fedele di questo prodotto molto apprezzato nell’Inghilterra vittoriana. Illustrazione di un Alambicco Sloe Gin Infine questo prodotto che non è propriamente un gin, bensì un liquore a base di gin. Le famiglie inglesi producevano, ciascuna secondo la propria ricetta, questo liquore rosso. Veniva poi offerto a fine pasto, aggiungendo prugnole acidule e zucchero al gin. Il liquore ha una gradazione inferiore a quella del gin, anche se ne conserva la nota intensa e balsamica di ginepro. Oltre alle grandi distillerie, stanno emergendo sul mercato anche prodotti più artigianali e di piccoli produttori. The Spiritual Machine nasce proprio per dare forma alle idee dei nuovi produttori che si affacciano sul mercato, garantendo artigianalità e un’altissima qualità di alcolati e tinture. Se hai uno “spirits nel cassetto”, sia un gin o un botanicals, prenota una consulenza con il nostro team.

Streghe, pozioni e piante aromatiche

Streghe, pozioni e piante aromatiche L’Autunno spoglia il paesaggio dei colori verdi e brillanti dell’estate, per fare spazio ai colori delle foglie cadute, ai primi freddi e alle atmosfere nebbiose e cupe, preludio dell’inverno: è lo scenario in cui nella credenza popolare si muovono streghe e creature magiche. È la festa dei morti e dei santi, è Halloween: la sera degli spiriti. Le streghe nell’immaginario popolare Nelle borgate dei paesini di montagna e collina, ci si riuniva intorno al fuoco per trascorrere le lunghe serate invernali intenti nei lavori domestici, ascoltando le storie di queste streghe malvagie e dispettose. La strega era solitamente una donna sola, dall’aspetto spaventoso, brutta e gobba, con conoscenze approfondite delle erbe aromatiche, che utilizzava per incantesimi e pozioni. Potevano trasformarsi di notte in animali, come corvi o gatti, motivo per cui è così temuto il famoso gatto nero. Erano responsabili della morte degli infanti, della moria del bestiame, del cattivo raccolto, ma anche di piccoli dispetti come, per esempio, far inacidire il latte o perdere l’ago per filare la lana.  Nella realtà erano spesso donne guaritrici, dalla grande conoscenza e maestria nell’uso delle piante, unici medicinali fino all’avvento della scienza moderna. Giravano per i boschi raccogliendo radici, fiori ed erbe spontanee, combinate poi per creare decotti e sciroppi curativi. Ecco che una tintura di genziana contro i vermi o un preparato di ginepro come diuretico, potevano essere interpretati come frutto di stregoneria. Queste conoscenze antiche sono le stesse che hanno poi segnato la nascita della liquoristica e che oggi alimentano con creatività e varietà il mondo degli spirits. Visioni e allucinazione: le erbe aromatiche utilizzate dalle streghe… e non solo Nell’immaginario attuale e soprattutto medievale, le streghe non usavano però le erbe a fin di bene, ma avevano lo scopo di creare pozioni per alterare e stordire le loro vittime. Nei Sabba, ritrovi di streghe e stregoni in presenza del demonio, le pozioni dovevano favorire l’incontro con il demonio, ma gli stessi ingredienti potevano essere usati sui malcapitati bersagli di sortilegi e incantesimi. Erbe allucinogene e potenti sedativi erano però utilizzati nel quotidiano con molta disinvoltura ben prima del Medioevo, come dimostrano i numerosi trattati di medicina antica. La monaca benedettina Ildegarda di Bingen (1098-1179), santa e Dottore della Chiesa, nei suoi trattati di erboristeria elenca sei piante con proprietà psicoattive, comunemente utilizzate come rimedi medicinali: Canapa, Papavero, Assenzio, Mandragora, Belladonna e Giusquiamo. Alcune di queste piante sono ancora oggi ingredienti imprescindibili nella liquoristica, le cui dosi sono severamente normate e controllate. L’assenzio, per esempio, è notoriamente componente amara dei Vermouth, eppure a dosi elevate provoca allucinazioni, a causa di un gruppo di molecole chiamate tujoni. Si pensi che il celebre liquore all’assenzio, anche conosciuto come Fata Verde, in grado di provocare uno stato catatonico e allucinatorio in chi lo bevesse, è stato vietato in molti stati europei tra ‘800 e ‘900, proprio per la sua pericolosità. Allo stesso modo la Canapa, opportunamente lavorata e selezionata per avere percentuali irrisorie di THC, è oggi ingrediente di molti new spirits innovativi, anche se il suo uso psicoattivo è noto sin dal V sec a.C.  Gli Infusionist, creatori di spiriti e magia Oggi streghe e stregoni trovano forse un erede nella figura dell’Infusionist, nuovo conoscitore delle piante aromatiche e sperimentatore di pozioni ed elisir. L’innovazione nella creazione di nuovi spiriti, si intreccia con le antiche conoscenze popolari, con le pozioni e gli elisir di lunga vita di cui è disseminata la letteratura. Vecchi e nuovi ingredienti si uniscono per creare spiriti dai sapori esotici, dalle origini mistiche e dalle combinazioni pionieristiche. La congregazione degli Infusionist è grande e in crescita, puoi unirti a loro sulla nostra Community e continuare ad approfondire le “arti degli spirits” sui corsi di Academy.  Raggiungi gli Infusionist La community di The Spiritual Machine per i veri intenditori di spirits Clicca qui

I 5 fondamentali del Gin

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Le 5 piante aromatiche e botanical da usare nella produzione del Gin Nel gin si intrecciano spezie e piante aromatiche da tutto il mondo, capaci di creare bouquet sempre diversi e sorprendenti. Esistono alcuni elementi però che fanno da sottofondo alla maggior parte di questi distillati: sono i 5 fondamentali del gin. Ginepro Il Juniperus communis è la specie utilizzata per la produzione di gin. È l’ingrediente principe di questo distillato, nonché unico requisito di aromatizzazione secondo il Regolamento Europeo. Appartiene alla famiglia dei cipressi ed è perciò una conifera, i cui “coni” detti anche “coccole” sono il materiale utilizzato in distillazione. Dalle coccole si estraggono composti oleosi fortemente aromatici, appartenenti alla classe dei terpeni: pinene, mircene e limonene alcuni fra questi. Molte di queste molecole, oltre a essere note nell’industria degli aromi, sono altresì conosciute per le loro proprietà antinfiammatorie, diuretiche e digestive. Non a caso i primi distillati a base di ginepro erano rimedi medicinali contro la gotta. Coriandolo I piccoli semi del Coriandum sativum, costituiscono una nota fondamentale per la maggior parte dei gin, con il loro profumo fresco, erbaceo che ricorda gli oli essenziali di agrumi. Prende il suo nome dalla tradizione rinascimentale di ricoprire i semi di zucchero colorato, per poi lanciarli in aria nei momenti di festa, appunto come coriandoli. Fa parte della famiglia del prezzemolo, motivo per cui è anche detto prezzemolo cinese. La pianta del coriandolo è originaria nel bacino del Mediterraneo, ma la sua coltivazione e utilizzo sono largamente diffusi in Asia. Elemento fondamentale delle cucine indiane e thai, ha anche numerose proprietà benefiche: favorisce la digestione, è antinfiammatoria e antibatterica. Macis In Indonesia, precisamente sulle isole Molucche, si trovano gli alberi di Myristica fragrans, l’albero della noce moscata. La piccola parte che abbraccia il seme del frutto di questo albero, appunto la noce moscata, è il macis, spezia sconosciuta ai più ma che trova largo impiego nel gin. Il macis è erroneamente chiamato anche fiore della noce moscata, in realtà è l’arillo di questo, ovvero il suo rivestimento esterno. Il macis fresco ha un colore rosso brillante, per diventare più chiaro una volta essiccato. Il suo profumo particolarissimo, che ricorda la noce moscata, ha carattere pungente ma dolce e caldo allo stesso tempo. Iris Forse anche questo ingrediente non trova riscontro nell’immaginario delle piante utilizzate per la produzione del gin. Eppure, la radice dell’Iris, anche detto giaggiolo, è un ingrediente indispensabile nell’industria dei profumi, della cosmetica e anche nella liquoristica. La radice essiccata contiene infatti alcuni composti chiamati ironi, capaci di fissare gli altri aromi presenti, siano in un profumo o un ottimo London dry gin. Il giaggiolo ha anche un profumo piacevole, che ricorda la violetta. Scorze di agrumi Imprescindibili per dare verve e freschezza a qualsiasi gin. Gli oli essenziali contenuti nella buccia degli agrumi donano aromaticità ed eleganza, equilibrando le altre note aromatiche. Nel panorama dei gin moderni, oltre a limone e arancia, trovano spazio anche agrumi più esotici come il lime e il pomelo, firma di alcuni prodotti sul mercato. I fondamentali di The Spiritual Machine Abbiamo distillato i nostri fondamentali per aiutarti a creare il perfetto gin nel salotto di casa tua. Piante aromatiche e spezie da tutto il mondo, perfettamente bilanciate in 7 alcolati dalle connotazioni diverse: spices, flowers, citrus, herbs, Asia, Africa e Latin America. Tutti racchiusi nel nostro kit, insieme ovviamente ad una base al ginepro: la nostra Juniper Essence.    Grazie ai fondamentali di The Spiritual Machine, alcuni intrepidi hanno portato i loro gin dal bicchiere alla bottiglia, creando una propria linea di spirits.   I Gin +39 di Bottega 39, nelle declinazioni Mediterrano, Verso Sud e Barricato portano la firma rispettivamente di timo, radici africane e rovere. Limone, spezie piccanti e la freschezza del coriandolo sono invece le note scelte per il Gin DelMago di DelMagoDrinks.   Puoi trovare tutti i nostri alcolati, kit e Gin dei nostri partner sul nostro shop…chissà che anche per te non inizi una avventura nel mondo del gin e degli spirits. Visita il nostro shop Crea con noi la tua Linea Personalizzata Vai allo Shop

I Ready to Drink di “Delmago Drinks”

Ready to Drink

La nuova tendenza: i Ready to Drink Una nuova avventura per i ragazzi di The Spiritual Machine, che hanno accompagnato lo Chef dall’inizio alla fine lungo questo percorso dando vita ai Ready to Drink ed alla linea degli Spiriti assoluti. Come hanno preso vita i Ready to Drink e gli Spiriti assoluti di Delmagodrinks? Tante sono state le prove di ricettazione che hanno dato vita a queste 6 miscele,  risultato dell’armonica combinazione di storia ed innovazione. “Si parte da una base tradizionale a cui va ad aggiungersi qualche guizzo di creatività”, racconta Elisa Cravero co-Founder e CEO di The Spiritual Machine, e continua: “Nel nostro lavoro la passione per i prodotti di qualità è la base di tutto e con Marcello abbiamo trovato un partner ideale. Inoltre,  è stato un piacere lavorare e sperimentare con lui e con tutto il Team di progetto. Grazie alla sua visione e lungimiranza abbiamo testato i nostri limiti e li abbiamo superati. Siamo riusciti a creare dei prodotti unici e di altissima qualità, per giunta speriamo che tutti possano assaggiarli e vivere questa esperienza dei sensi”. Scopriamoli insieme! Vermouth rosso e Gin, questi sono gli Spirits che compongono la linea degli Spiriti Assoluti. Si tratta di un Vermouth a base cortese aromatizzato con un infuso in cui si riconoscono fiori di assenzio, radice di genziana e bacche di vaniglia.  In bocca è rotondo, elegante con i tipici toni freschi di scorza di agrumi da cui fuoriescono rabarbaro e noce moscata. Per un finale amaricante e leggermente speziato a cui si aggiungono china e cascarilla. Il Gin è  di impostazione classica all’interno del quale vengono esaltati i toni balsamici delle bacche di ginepro. Tuttavia, a queste si affiancano le note fresche tipiche di Lemongrass, cardamomo e coriandolo. Infine, degustandolo si riconosce una piccante nota di zenzero. Passiamo ai Ready to Drink I Ready to Drink si presentano come “Cocktail d’Alta Cucina” già miscelati e pronti da bere con l’aggiunta di ghiaccio. Boulevardier, Negroni,  Mi-To, Vesper, questi sono i Ready to Drink che vestono la creatività dell’artista torinese Gianluca Cannizzo che, per l’occasione, ha disegnato e realizzato sei etichette inedite, dal look accattivante, fresco e leggero. Un modo per offrire al consumatore finale un prodotto di altissimo pregio e dallo stile inconfondibile. Pertanto, questi sono gli obiettivi che esprimono perfettamente la vision aziendale di The Spiritual Machine: selezionare le materie prime migliori e trasformarle in qualcosa di inedito, unico e totalmente tailor made. I Drink nati da questa partnership si caratterizzano per purezza, unicità e altissima qualità. Nella miscelazione non vengono usati prodotti commerciali di altri marchi; infatti, i Ready to Drink e gli Spiriti Assoluti hanno un’impronta altamente artigianale e sono creati esclusivamente con ingredienti proprietari DelMago, dal Vermouth al Gin e ancora al Bitter.

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