Si chiama Gian, il gin di Giancarlo Morelli, che esprime il gusto e le idee dello chef bergamasco, nel gusto come nell’estetica
Finalmente il progetto di questo distillato arriva a compimento. Come nasce quest’idea, e come si è arrivati alla sua realizzazione?
La prima bottiglia l’ho avuta tra le mani poco più di un mese fa, ma l’idea ha radici molto più profonde: se infatti fin da giovane ho sempre apprezzato il Gin Tonic, è più o meno una quindicina d’anni fa che ne ho percepito il potenziale gustativo e ho iniziato a ragionarci sopra. Ero appena stato a Valencia, in un viaggio di lavoro molto importante per un grande congresso dove ero stato invitato a fare una relazione sul mondo del riso. In uno di quei momenti di piacevole rilassamento e goliardia che si consumano tra colleghi a margine di queste kermesse, Rafael García Santos ci portò a bere qualche Gin Tonic. In Spagna già all’epoca la cultura su questo cocktail era molto sviluppata, e la proposta era ricca. Lì ho capito per la prima volta che il drink poteva essere migliore di quello che bevevamo qui in Italia, soprattutto che era qualcosa di molto diverso dalla versione banalizzata figlia della mentalità della discoteca.
a cura di Federico Silvio Bellanca
foto di Michele Tamasco