Creare il proprio Gin personalizzato è un viaggio, e come tutti i viaggi ha alcune tappe preparatorie indispensabili per la sua buona riuscita. Abbiamo riassunto per voi alcune domande da porsi prima di intraprendere questo bellissimo (e non facile) percorso…
#1 Che tipo di gin voglio creare?
Non è una domanda banale da porsi all’inizio di un progetto di gin personalizzato. Si può decidere di creare un prodotto che rientri semplicemente nella categoria gin. Ovvero un distillato con un aroma preponderante di ginepro e una gradazione minima di 37,5% vol/vol.
Oppure ci si può lanciare su un dry gin, se si vuole avere un prodotto secco e tagliente. E poi ancora London dry gin, gin liqueur…ma anche un botanical spirits se non si vuole per forza avere la marcata connotazione aromatica del ginepro.
#2 Quale tipo di alcool base e ginepro vorrei utilizzare?
Chi si approccia alla creazione di un distillato personalizzato deve partire per forza da una base alcolica di altissima qualità. L’alcool di origine agricola può per definizione provenire dalla distillazione di moltissime materie prime vegetali diverse. Ciascuna porta un’impronta sul prodotto finale.
Un esempio? L’alcool ottenuto da cereali ha un sapore molto più delicato e neutro rispetto al distillato di vinaccia che apporta esteri aromatici più caratteristici.
Se parliamo poi di un gin non si può prescindere dal ginepro, il cui aroma deve essere ricco, balsamico e marcato. Senza eccedere in note che possano ricordare un solvente. La nostra Juniper Essence è il perfetto equilibrio fra balsamico e resinoso. Risulta ideale per qualunque tipologia di gin si voglia creare.
#3 Cosa racconta il mio gin?
La storia dietro un gin è parte del prodotto stesso. Racconta di un territorio locale? come può essere un gin alle erbe di montagna, oppure racconta un viaggio in un paese lontano, con spezie esotiche e avvolgenti? Questa storia come si può esprimere in un cocktail? In quali occasioni si immagina il consumo?
Sono tutte domande fondamentali per la buona riuscita di un gin personalizzato, e soprattutto per quella che sarà poi la sua distribuzione sul mercato.
#4 Quali botaniche voglio usare?
Un buon gin ha un’ossatura robusta fatta di ginepro, a cui seguono le parti agrumate, speziate e floreali per dare equilibrio e bilanciamento. Su questa base solida si può scatenare la fantasia aggiungendo distillati di piante aromatiche che possano essere la nota caratteristica e la firma del proprio prodotto. Il tutto in coerenza con la domanda precedente, ovviamente…
#5 Come si presenterà il mio gin?
Il packaging è la prima cosa che noterà un consumatore, capace di catturare l’attenzione e far intuire come sarà il gin al suo interno. Non parliamo solo dell’etichetta, ma anche della bottiglia, del tappo e della capsula, spesso molto sottovalutate. Una bottiglia in vetro stile farmaceutica è ben diversa da una affusolata e longilinea. Inoltre, il packaging che si è pensato è funzionale all’uso che si immagina del proprio prodotto? Un barman può agevolmente inserire un metal pour per la preparazione dei drink?
Il diavolo sta nei dettagli si dice, e sono dettagli che fanno la differenza tra un prodotto improvvisato e uno di successo.
Una volta che avrai le idee chiare sul tuo prodotto non ti resta altro che trovare un partner in grado di trasformare la tua idea in qualcosa di concreto.
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