Il Martini, e in particolare la sua versione “shaken, not stirred“, è diventato un simbolo culturale indiscusso grazie al suo ruolo nell’universo di James Bond, l’agente segreto creato dall’autore britannico Ian Fleming. Questo iconico cocktail ha attraversato l’intera saga cinematografica dell’Agente 007, diventando un simbolo del suo stile sofisticato e del suo fascino senza tempo.
Ogni film della serie ha contribuito a rafforzare e a evolvere l’immagine del Martini come elemento distintivo del mondo di Bond. Di seguito, esploriamo la sua storia nei vari film della saga, riflettendo i cambiamenti nel personaggio e nel tono della serie.
1962: Il primo Bond e l’Iconico Dry Martini – “Dr. No”
Nel 1962, “Dr. No” segna la prima apparizione cinematografica di James Bond, interpretato con carisma da Sean Connery. Qui, vediamo Bond per la prima volta con il suo ormai celebre Dry Martini. Sebbene la frase “shaken, not stirred” non venga ancora pronunciata, la presenza del Martini in questo film getta le basi per la relazione tra Bond e il suo cocktail preferito, segnando l’inizio di un’associazione che diventerà leggendaria.
1964: “Shaken, Not Stirred” – “Goldfinger”
Due anni dopo, in “Goldfinger”, il Martini di Bond raggiunge un nuovo livello di fama. Qui, per la prima volta, sentiamo la famosa frase “shaken, not stirred”, pronunciata da Connery con un’aria di noncuranza. Questo dettaglio si trasforma in un tratto distintivo del personaggio di Bond, sottolineando la sua unicità e il suo fascino. Il modo in cui l’Agente Segreto preferisce il suo cocktail diventa una sorta di firma, un simbolo del suo modo di essere sofisticato ma deciso.
1973: Roger Moore in “Live and Let Die”
Con l’arrivo di Roger Moore nel ruolo dell’Agente 007, “Live and Let Die” introduce un nuovo stile nel personaggio. Moore porta un tocco di umorismo e leggerezza, ma il suo personaggio rimane fedele al classico Martini. Questa costante nel personaggio sottolinea che, nonostante i cambi di attore e di tono, alcune cose rimangono immutate nel mondo di Bond.
1989: Thimoty Dalton e la sua “Licence to Kill”
In “Licence to Kill”, con Timothy Dalton nel ruolo del protagonista, vediamo un Bond più serio e intenso. Anche se il famoso cocktail è meno in evidenza rispetto ai film precedenti, la sua presenza continua a rappresentare un ponte con il passato e una continuità nel personaggio di Bond.
1995: Pierce Brosnan in “GoldenEye”
L’era di Pierce Brosnan come Bond inizia con “GoldenEye”, dove il Martini fa un ritorno trionfale. Brosnan riporta la classica eleganza nel personaggio di Bond, e con essa, il suo amore per questo cocktail. Questo film segna una rinascita del personaggio e della sua bevanda preferita, ricollegandosi alle origini classiche di Bond.
2006: Un altro Bond, un altro Martini – “Casino Royale”
Nel 2006, “Casino Royale” introduce Daniel Craig come James Bond e con lui, un ritorno al Vesper Martini, la variante specifica del Martini legata al personaggio di Bond. Questa scelta riflette un interesse rinnovato per le origini e la storia del personaggio, ricollegandosi direttamente al primo romanzo di Fleming. La ricetta del Vesper Martini (3 parti di Gordon’s Gin, 1 parte di vodka, 1/2 parte di Kina Lillet) è stata aggiornata nel film perché il Kina Linnet, un aperitivo al vino, non viene più prodotto nella sua forma originale, e si sostituisce in mixology con del Lillet Blanc o Cocchi Americano.
2012: La Tradizione Continua – “Skyfall”
“Skyfall”, sempre con Craig, vede il ritorno alla formula classica del Martini “shaken, not stirred”. Questo film sottolinea la continuità e l’immortalità del legame di Bond con il suo cocktail preferito, nonostante i cambiamenti nel personaggio e nelle sfumature della narrazione.
2015: Il Martini in un James Bond moderno – “Spectre”
In “Spectre”, il Martini continua a essere un elemento essenziale nel mondo di Bond. Nonostante i cambiamenti di attori e le evoluzioni nella serie, il Martini rimane un pilastro, simboleggiando non solo una bevanda ma uno stile di vita. Incarna l’eleganza senza tempo di Bond, la sua raffinatezza e il suo approccio alla vita, sia come agente segreto che come icona culturale.
Attraverso i decenni, questo cocktail è diventato più di un semplice elemento di sceneggiatura: è un simbolo culturale, un segno distintivo dello stile e dell’essenza di uno dei personaggi più amati e duraturi del cinema. Dal “Dr. No” del 1962, il Martini ha segnato in modo indelebile il mondo di James Bond, diventando parte integrante della sua mitologia e del suo fascino intramontabile.
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